La scelta della sede dell´accentramento delle opere d´arte in caso di guerra fu oggetto di attenta disamina e discussione. Inizialmente fu individuata la villa di Rocca Bernarda nel comune di Premariacco che però venne scartata per la prossimità a una polveriera. Si optò quindi per la Villa Manin di Passariano, che il conte Leonardo Manin concesse gratuitamente già nell´ottobre del 1939. Anche tale sede fu in un primo tempo considerata provvisoria, poiché era previsto un ulteriore spostamento nell´Italia centrale, il concentramento definitivo sarebbe dovuto avvenire infatti nel Convento di S. Maria della Spineta nel comune di Fratta Todina, provincia di Perugia. Anche sulla sicurezza di Villa Manin Someda de Marco aveva manifestato alcuni dubbi, prima di essere incaricato di assumere, il 15 maggio 1940 , la direzione della protezione antiaerea dei monumenti della Provincia di Udine e del concentramento delle opere d´arte. I rapporti tra la Soprintendenza e Someda furono intensi, a volte direttamente con il Soprintendente Fausto Franco, più spesso con l´architetto Umberto Piazzo che ricopriva il ruolo di Ispettore per la zona del Friuli. L´8 giugno, due giorni prima dell´entrata in guerra, inizia l´organizzazione per il trasferimento delle opere d´arte a Villa Manin: le operazioni di trasporto vengono affidate alla ditta dei Fratelli Roiatti. Il 12 giugno Someda, nel diario, sottolinea la necessità assoluta di un Corpo di Guardia destinato alla custodia delle opere d´arte. Intanto nelle diverse sedi museali di partenza fervono i preparativi e si avviano i lavori di sgombero di oggetti e opere d´arte da trasferire il più presto possibile a Villa Manin.