Pur tra le forti cautele e riserve nei confronti delle autorità naziste, che continuamente traspaiono dal diario di Someda de Marco, una collaborazione non potè non instaurarsi tra lui e i funzionari tedeschi incaricati della gestione del patrimonio artistico: Walter Frodl (direttore del Museo di Klagenfurt e Soprintendente ai Monumenti della Carinzia) e il suo braccio destro, Erika Hanfstaengl.
Frodl era stato incaricato dal Commissario tedesco Rainer, “responsible for policy in respect of Monuments, Libraries and Archives”, di provvedere alla sicurezza delle opere d´arte del Litorale Adriatico.
La dottoressa Hanfstaengl, “responsible for the practical operation in all its phases of the Abt. Denkmalschutz in Udine and Venezia Giulia”, fu affiancata nella sua attività anche da Antonio Nicolussi, “formerly Assistente in the Italian Superintendency of Monuments and Galleries at Trento, but who in 1940 opted for Reich citizenship”.

La ricognizione fotografica a scopo conoscitivo e le concrete misure di tutela del patrimonio artistico offrirono una sorta di terreno neutrale in cui le due parti operarono in un sostanziale accordo: in più di un´occasione Frodl e Erika Hanfstaengl aiutarono Someda de Marco nella sua azione per salvaguardare le opere d´arte friulane.
Stando a quanto viene riportato in una relazione stilata dagli Alleati e datata 2 agosto 1945 “on German Activities 1943-1955 in the Operationszone Adriatisches Küstenland in the Field of Fine Arts, Libraries and Archives”, sarebbe stato proprio alla dottoressa Hanfstaengl che si dovette la supervisione della campagna fotografica a scopo conoscitivo, affidata a fotografi locali come Brisighelli, Pignat e Sterle.

“A most thoroughgoing campaign of documentation was undertaken, notably in Friuli by Dr. HANFSTAENGL. This was combined with photography on a lavish scale. In all nearly 8000 photographs were taken by the Superintendency photographer and by BRISIGHELLI, a private firm in UDINE. At LAIBACH, by special arrangement two negatives were made of each subject, one to remain in LAIBACH, one to go to KLAGENFURT. There was, perhaps inevitably, a certain bias in the selection of subjects towards those fields which were of major interest to a German students [sic]. But superficially at any rate the whole campaign was very properly handled, even to the extent of leaving the negatives in the hands of the Italian photographer concerned”. (London, Public Record Office, WO 204/2992)

Frodl si adoperò per dichiarare il castello di Udine zona di rispetto e quindi al riparo da possibili incursioni aeree e insieme a Erika Hanfstaengl coadiuvò Someda de Marco nel tentativo di evitare la fusione di alcune antiche campane.
Significativo, però, è il caso della famosa pala di Giovanni Martini a Mortegliano. Fu proprio Frodl, con un´iniziativa non ricordata nel diario, ma ricostruibile grazie a documenti dello Staatsarchiv di Vienna, a sollecitare un´adeguata protezione per l´altare, considerato “un´importante prova del forte influsso, ancora nel 16° secolo, dell´influenza nordica nella provincia del Friuli” (“einen deutlichen Beweis für den noch im 16. Jhdt. starken Einfluss des deutschen Nordens auf die Provinz Friaul”).
Il legame tra Someda de Marco e Walter Frodl proseguì a livello epistolare anche dopo la guerra.