Il primo maggio Udine fu liberata. “Tutto il patrimonio artistico in diretta custodia è salvo” – annota quel giorno con sollievo e soddisfazione Carlo Someda de Marco. Tuttavia, al termine della guerra il patrimonio artistico del Friuli contava gravi perdite: la chiesa di Santa Croce di Casarsa, la Loggia Comunale di Venzone e, a Udine, la cupola affrescata dal Dorigny del Duomo e parte dell´Archivio notarile. I lavori di messa in sicurezza e di ripristino iniziano subito specialmente nella chiesa semidistrutta di S. Francesco, dove si cerca di recuperare la decorazione ad affresco e nella chiesa di S. Maria in Castello . Someda registra in data 16 maggio che l´Ispettore Piazzo è stato nominato Soprintendente Reggente nel caso in cui si verificasse un isolamento della città di Trieste. Due giorni dopo giunge a Udine il maggiore Norman T. Newton, ufficiale della Subcommission MFAA (Monuments, Fine Arts, Archives) che con Someda de Marco effettua una ricognizione dello stato di conservazione di monumenti architettonici di Casarsa, Provesano, Barbeano, Spilimbergo, Fagagna e Venzone. Per quanto riguarda i depositi “per sicurezza” fu deciso di lasciare le opere ancora nei ricoveri e chiuse in casse, nella speranza dell´avvento di tempi migliori. Le ultime parole del Diario sono: “Auspichiamo si approssimi il giorno in cui si possa riportarle senza timori alle loro sedi alle luci della pace e della libertà.” (25 maggio 1945)