Dopo l´8 settembre 1943 la situazione cambiò radicalmente. Parte del Friuli, la Venezia Giulia, l´Istria e parte della Slovenia, nonché Fiume, furono incluse nel III Reich. La custodia delle opere in un unico luogo si rivelava sempre più pericolosa di fronte al pericolo di requisizioni e sequestri ad opera delle “milizie germaniche”. “Bisogna di proprio criterio agire se si vuol salvare quanto interessa la nazione” (10 settembre 1943). Someda de Marco si assunse la responsabilità di sciogliere l´accentramento. Dove possibile le opere furono restituite ai loro proprietari, mentre le rimanenti vennero trasferite in parte nei sotterranei del castello di Udine, in parte a San Daniele del Friuli, in ambienti di proprietà della principessa Windisch Florio e della signora Pirona vedova Mjliani. Mentre in questi depositi continua l´attività di controllo dello stato di conservazione delle opere, la loro esatta ubicazione viene coraggiosamente tenuta nascosta alle autorità tedesche. Quando nel febbraio 1944 venne chiamato dal Consigliere Ministeriale Germanico dottor Pfeifer, che pretendeva la consegna delle opere d´arte in sua custodia per arredare i vari uffici delle SS e della polizia germanica di Udine, Someda de Marco si dimostrò fermo nel proteggere il patrimonio culturale raccolto a tutti i costi: era consapevole che se le opere fossero uscite dalla sua vigilanza, sarebbero andate perdute. Anche quando, nel giugno del 1944, Someda, con l´appoggio di Umberto Piazzo, decise di chiudere tutte le porte dei ricoveri di San Daniele con dei muri di protezione, lasciando delle feritoie per la circolazione dell´aria, riuscì a raggirare abilmente la polizia tedesca e a mantenere al sicuro le opere custodite. Indispensabile fu l´aiuto del Capitano della compagnia dei carabinieri di Udine, Ottavio Fattorini, che con “opportuni ripieghi” allontanò i sospetti dei tedeschi. Tali vicende vengono annotate anche in una relazione stilata dagli Alleati del 2 agosto 1945 “on German Activities 1943-5 in the Operationszone Adriatisches Küstenland in the Field of Fine Arts, Libraries and Archives”. “The Italian Superintendency had followed the practice of other Superintendencies in moving the great bulk of the best movable works of art away from important centres to places of safety. The majority of those from UDINE and VENEZIA GIULIA was in various localities in UDINE, but some had already gone to VENICE. Dr. FRODL states that this was a matter which was left very much to the Italians themselves; and the Superintendent, Dr. Franco, helped to keep them in the dark by frequent and unannounced changes of location. The only open cause for disagreement arose over the frequently and forcibly expressed wish of FRANCO to remove some of the more exposed deposits in UDINE down to VENICE. This was turned down flatly by the Oberste Kommissar, a decision which was approved by both HUBER and FRODL, both of whom allege that the dangers of road-transport were then too serious. It should be noted that precisely the opposite reasoning was advanced in the cases of the CASTEL DUINO Library and of the Archivio Morelliano at GORIZIA, and the suspicion of a more sinister motive was certainly present in Italian minds.” (London, Public Record Office, WO 204/2992) Solo il polittico di Krk di Paolo Veneziano fu consegnato alle autorità germaniche su pressione dell´arcivescovo dell´isola, Josip Srebrnic, appoggiato dal Supremo Commissario per il Litorale Adriatico. Per evitare che i nazisti venissero a conoscenza del luogo segreto in cui era stato depositato a San Daniele, le autorità italiane trasferirono il dipinto in un´altra sede (la casa canonica di S. Tomaso di Majano). Nelle pagine del Diario Someda tiene a precisare che “non consegna l´opera, ma constata il prelevamento d´essa”, evidenziando così la sua contrarietà a tale trasferimento. Di questa vicenda troviamo traccia anche in una relazione stilata dagli Alleati nell´agosto 1945 “on German Activities 1943-5 in the Operationszone Adriatisches Küstenland in the Field of Fine Arts, Libraries and Archives”. “The Abteilung Denkmalschutz was directly concerned in the return to the Bishop of KRK of the fine medieval painted altar-frontal of the church of Santa Lucia di Giurandor in the Island of VEGLIA. This picture was seized by the Italians in the 1918 as recompense for the transfer to LJUBLJANA by the Austrians of some 200 Tiepolo drawings, which are now safely housed once more in the Museo Civico. They were reluctant however to return the Pala, on the alleged ground of war-risk. The Bishop of KRK thereupon approached the Oberste Kommisar direct; and on his orders through HUBER to Dr. HANFSTAENGL, the Pala was taken from its deposit and formally handed over to the Bishop´s representative on 28 Oct 44. There is no news of its subsequent fate.” Forse proprio a causa di questo stato di segretezza, non ci sono pervenute fotografie che documentino la conservazione delle opere d´arte nei nuovi depositi.